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Lunga vita al reddito fisso, tutt’altro che superato

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La politica di “abbondante liquidità” promossa ormai da vari anni dalle banche centrali di tutto il mondo è destinata a volgere al termine e la possibilità che ciò accada nel breve periodo ha di recente incusso timori in coloro che investono nel reddito fisso. David Zahn, Responsabile di European Fixed Income, intravede ancora potenziali opportunità da cogliere, sebbene non sul fronte dei tradizionali asset “privi di rischio”, come per esempio i titoli di Stato dei mercati sviluppati che, a suo giudizio, “agli attuali livelli sono sopravvalutati”. Zahn ritiene inoltre che sebbene le dichiarazioni della Federal Reserve statunitense intendano in ultima analisi preparare i mercati alla conclusione del programma di allentamento quantitativo da tempo in atto, gli investitori non dovrebbero attendersi nel breve termine un rialzo dei tassi d’interesse marcato negli Stati Uniti, o su scala globale.

Europa ancora “non tanto in forma”

Parlando questa settimana a Londra alla conferenza di Franklin Templeton sugli investimenti, Zahn ha dichiarato che a suo giudizio l’Europa “non è in ottima forma, non è in condizioni terribili, si sta muovendo e attuando riforme”. Sostiene che gli investitori devono essere pazienti e selettivi.

David Zahn

Tra i problemi particolari che devono essere affrontati, Zahn sottolinea occupazione e salari.

“Dall’introduzione dell’euro, la Germania ha in pratica vissuto un decennio senza crescita salariale, mentre altri paesi – ora considerati “periferici” – hanno registrato un incremento notevole sino a circa il 2008. Alcuni di questi hanno poi cominciato ad affrontare il problema della crescita salariale e questa ha iniziato a invertire la tendenza. La convergenza dei costi del lavoro in Germania e nei paesi periferici, a nostro giudizio necessaria, richiederà però un certo periodo di tempo. Nazioni come Irlanda e Grecia hanno già registrato un adeguamento, spesso alquanto aggressivo, ma dobbiamo ancora assistere a una leggera crescita salariale in Germania e a una flessione in altri paesi.

“L’occupazione è un problema specifico per ogni singolo paese. In Germania è infatti soddisfacente, mentre nei paesi periferici costituisce un problema. Le difficoltà maggiori riguardano la fascia di popolazione al di sotto dei 25 anni, la cui situazione è grave. In Spagna, il tasso di disoccupazione tra i giovani al di sotto dei 25 anni [fascia di età] è del 50 – 60%.  Penso che siano necessarie alcune misure politiche per risolvere questo problema.”

Naturalmente, l’Europa non è un mercato omogeneo ed esistono disparità non soltanto in termini di occupazione, salari e altri fattori macroeconomici, ma anche di opportunità d’investimento tra i vari paesi. Zahn sottolinea inoltre l’importanza della gestione attiva.

“Predisporre un’allocazione tra i diversi mercati è importante tanto quanto assicurarsi di detenere il mercato corretto. È teoricamente possibile aggiungere alfa sovrappesando o sottopesando un [particolare] paese.

“Uno dei paesi che a nostro avviso si sta comportando bene è l’Italia. Sta attuando le misure giuste e ritengo che ci siano ancora spazi per performance, malgrado qualche turbolenza.  L’Italia avrà probabilmente un surplus di bilancio e sebbene il suo rapporto debito-PIL sia elevato, le percentuali sono in calo. Al momento è in grado di emettere debito al di sotto del 5%, un livello alquanto soddisfacente rispetto a quelli raggiunti in passato. Ciò è positivo per l’Italia, e per l’Europa.”

Situazione dei mercati emergenti

Le stime di crescita in Europa possono essere definite anemiche, nella migliore delle ipotesi, e si prevede che quest’anno anche la crescita negli Stati Uniti non sarà particolarmente robusta. Secondo le ultime stime del FMI, nel 2013 la crescita del PIL nei mercati emergenti è destinata ad assestarsi intorno al 5,3%, rispetto all’1,2% dei mercati sviluppati[1]. Zahn prevede che la tendenza a esprimere una crescita superiore sia destinata a continuare nei mercati emergenti e che ciò dovrebbe offrire agli investitori potenziali opportunità più brillanti.

“I mercati emergenti devono essere considerati singolarmente, ma la classe di asset ci sembra in generale poggiare su elementi favorevoli. La maggior parte delle valute è in linea di massima stabile e le partite correnti presentano disavanzi intorno all’1 -2% oppure addirittura surplus. I rapporti debito-PIL dei rispettivi paesi sono in calo e pensiamo che il debito in valuta locale o in moneta forte offra valore. Riteniamo appropriato detenere un’esposizione ai mercati emergenti come classe di asset.

“Sappiamo che Stati Uniti, Europa, Regno Unito e Giappone hanno un debito elevato e in pratica l’unica soluzione è avere una crescita robusta, o ridurre il debito. In realtà non prevediamo una crescita incredibilmente elevata nell’immediato futuro [in tali mercati] né surplus consistenti. I mercati emergenti hanno un livello migliore di fondamentali di crescita e di debito. Riteniamo in effetti che in questo tipo di contesto si debba detenere una percentuale discreta di investimenti nei mercati emergenti, probabilmente un terzo dell’esposizione, e nel credito societario, anch’esso a nostro avviso importante.”

La riduzione della Fed richiederà probabilmente qualche tempo

Si è parlato molto del fatto che la Federal Reserve possa ridurre il suo programma di allentamento quantitativo, un’ipotesi che ha movimentato i mercati globali nell’ultimo mese. Zahn ritiene che gli investitori nel reddito fisso non dovrebbero lasciarsi prendere dal panico, per lo meno non ancora.

“La Fed ha ribadito con chiarezza che il fattore chiave su cui si concentra la sua attenzione è la disoccupazione e al momento il tasso di disoccupazione non è sceso al livello al quale la banca centrale intende probabilmente attuare qualche misura. Penso quindi che gli Stati Uniti manterranno ancora per qualche tempo una politica accomodante. Potrebbe trattarsi di allentamento quantitativo o bassi tassi, per un periodo di tempo. Non prevedo comunque che la Fed possa adottare una politica rigida. Ma qualora lo facesse, ciò significherebbe auspicabilmente che la crescita sta migliorando. “

Qual è il messaggio fondamentale che Zahn intende trasmettere ora agli investitori?

“Crediamo che il reddito fisso offra ancora molte opportunità”.

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Quali sono i rischi?

Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi d’interesse. In generale, l’assunzione di un grado più elevato di rischio di credito è associata al pagamento di un rendimento superiore. Le obbligazioni ad alto rendimento comportano un rischio più elevato di insolvenza e volatilità dei prezzi rispetto alle obbligazioni di alta qualità e ai titoli di Stato USA. Le obbligazioni ad alto rendimento possono registrare oscillazioni dei prezzi improvvise e marcate che incidono sul valore dell’investimento operato. L’attuale incertezza politica che grava sull’Unione europea (UE) e sui paesi membri può accentuare la volatilità di mercato. L’instabilità finanziaria di alcuni paesi dell’Unione europea, quali Grecia, Italia e Spagna, in combinazione con il rischio del conseguente impatto su altri paesi più stabili, può accrescere il rischio economico dell’investimento in società europee.

 

1.  Fonte: © 2013 Fondo monetario internazionale. “Policy Actions Improve Prospects for Global Economy”, aprile 2013.