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A nostro parere, il risultato delle elezioni americane probabilmente contribuirà a mantenere la volatilità sui mercati azionari. La campagna del Presidente eletto Donald Trump ha chiaramente toccato un tasto dolente per molti americani, rispecchiando ciò che alcuni potrebbero definire come una condizione di privazione dei diritti, tenuto conto dell’attuale situazione del governo USA. Il suo fascino di outsider, di persona in grado di portare a Washington idee nuove, implica cambiamento. E il cambiamento si accompagna all’incertezza. L’equilibrio dei poteri precedentemente mantenuto tra la componente esecutiva e legislativa ora poggia interamente sul partito Repubblicano. Ciò può determinare spostamenti politici significativi per gli anni a venire.
Benché dall’epoca della crisi finanziaria globale i mercati azionari statunitensi si siano dimostrati resilienti, le sfide politiche negli Stati Uniti (es. confische, riforma fiscale, paralisi generale) e all’estero (es. crisi nell’Eurozona, Brexit) hanno contribuito a picchi di volatilità del mercato ed è probabile che questo evento produca lo stesso effetto. Negli ultimi otto anni, abbiamo riscontrato che la forza sottostante dell’economia statunitense sostenuta da fondamentali positivi a livello di società e di consumatori è stata un motore chiave per la creazione di valore. Riteniamo che la salute dell’economia statunitense, unita alla crescita degli utili e dei dividendi societari, allo stato occupazionale ed alle tendenze di spesa dei consumatori, dovrebbe essere un fattore significativo per i futuri rendimenti di mercato. Tuttavia, è importante riconoscere che l’agenda commerciale di Trump potrebbe modificare il percorso di crescita delle multinazionali, instillando un dubbio nelle menti degli investitori sulla sostenibilità della resilienza del mercato. Rimane da vedere dove la nuova amministrazione concentrerà la sua attenzione e quale forma assumeranno le nuove politiche. Come gestori attivi abbiamo il compito di individuare dove questi potenziali impatti potrebbero creare rischi ed opportunità per i nostri clienti.
Nei mesi e nelle settimane precedenti le elezioni statunitensi, i nostri team hanno valutato le potenziali implicazioni politiche di entrambi i candidati allo scopo di affinare le nostre opinioni sui diversi settori di mercato destinati a subire impatti. Con la nuova amministrazione, i settori che potrebbero subire modifiche normative o variazioni sistematiche alla politica di governo potrebbero essere più esposti all’impatto. Uno degli esempi principali è la salute. A livello superiore, resta da vedere se la richiesta del partito Repubblicano di abrogazione della Affordable Care Act troverà buon terreno su cui attecchire. Infatti, negli ultimi mesi, molte aziende farmaceutiche hanno risentito di pressioni causate dalle preoccupazioni del mercato circa la possibilità che una nuova amministrazione possa attuare misure legislative radicali per razionalizzare i prezzi dei farmaci, con ripercussioni negative sulle aziende farmaceutiche e biotecnologiche. I nostri analisti ritengono che tali rischi siano ampiamente rispecchiati nelle valutazioni e che le misure normative e legislative probabilmente non giustificheranno le attuali previsioni negative.
Il comparto finanziario è un altro settore soggetto agli impatti di un cambio di amministrazione. Dopo la crisi finanziaria globale, il contesto normativo per le società di servizi finanziari è radicalmente mutato; di conseguenza, non ci aspettiamo cambiamenti politici di grande rilievo con la nuova amministrazione. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha espresso un maggiore sostegno ai titoli finanziari; ci aspetteremmo in linea generale nomine politiche più rappresentative del mondo del business, ad esempio. Un rischio maggiore per il settore deriva dalla destabilizzazione economica generale che potrebbe essere scatenata dalle politiche commerciali che ha proposto.
Un grande punto interrogativo nella mente degli investitori è l’eventuale reazione della Federal Reserve (Fed) alle elezioni e quali forme assumerà. Nelle ultime giornate pre-elettorali il mercato è apparso scontare una maggiore volatilità negli ultimi giorni, in quanto le previsioni indicavano una gara più serrata. A nostro giudizio, ora che le elezioni sono state superate, sebbene sia stato eliminato un elemento di incertezza (ossia chi avrebbe vinto), sono entrati in gioco altri elementi. La Fed ha operato in un contesto guidato dai dati nella sua valutazione del momento e della portata dei futuri aumenti dei tassi. Sembra inoltre che la Fed sia estremamente concentrata sulle condizioni economiche e dei mercati finanziari al di fuori degli Stati Uniti, in quanto i picchi di debolezza economica o di volatilità in tutto il mondo sono diventati fattori valutati con crescente frequenza nelle sue riflessioni. Le economie sviluppate, non solo gli Stati Uniti, hanno lottato per produrre una robusta crescita in un contesto nel quale l’inflazione rimane modesta. In ultima analisi, da tempo siamo convinti che l’aumento dei tassi solitamente esprima la convinzione della Fed che l’economia non sia più in condizioni vulnerabili, il che a nostro giudizio è positivo per le società in cui investiamo. Con una minore chiarezza sul futuro della crescita economica statunitensi nei prossimi tempi, prevediamo che la Fed potrebbe muoversi con prudenza e continui a rimandare gli aumenti dei tassi.
Le proposte che probabilmente alimenteranno la crescita economica si riferiscono alla spesa per infrastrutture ed al rimpatrio dei capitali. Prima delle elezioni, entrambi i partiti hanno sottolineato l’importanza di incrementare le spese infrastrutturali in grandi progetti quali ponti, reti stradali ed aeroporti. Oltre a creare posti di lavoro, favorendo potenzialmente l’effetto moltiplicatore sull’economia alimentato dai consumi, questi progetti potrebbero rivelarsi utili per le società attive nei settori dei materiali, della tecnologia e dell’industria. Il rimpatrio dei capitali, oltre a consentire alle società statunitensi di fare rientrare liquidità offshore, potrebbe offrire loro maggiori possibilità di investire per la crescita o restituire capitale agli azionisti. Queste proposte possono incidere sulle singole società con impatti di vario livello; i potenziali benefici potrebbero rientrare nella valutazione citata precedentemente dei rialzi e ribassi che fa parte dell’approccio di ricerca bottom-up basato sui fondamentali adottato dai nostri analisti.
Dopo l’insediamento a gennaio, a mano a mano che la retorica degli ultimi mesi si tradurrà in politiche effettive, i nostri team d’investimento continueranno a valutare l’entità dei cambiamenti nei segmenti di mercato interessati. È importante notare che a nostro giudizio i fondamentali dell’economia statunitense rimangono tali da sostenere un modesto livello di crescita. Abbiamo osservato un grado elevato di stabilità nei bilanci societari e dei consumatori, in quanto le società ed i privati hanno sfruttato i bassi tassi d’interesse ed i fondamentali creditizi positivi per accedere al capitale e farlo fruttare. Guardando al 2017, noi di Franklin Templeton Equity ci concentriamo in particolare sulla comprensione delle condizioni economiche, sulla salute finanziaria e sui fondamentali delle singole società nei diversi settori ed industrie in cui investiamo. Il sopravvenire di eventi inattesi può creare turbamenti, ma anche opportunità per gli investitori più a lungo termine. Ci auguriamo di poter beneficiare di alcuni di questi turbamenti a breve termine. Superata ora l’incertezza causata dalle elezioni, crediamo che i mercati possano di nuovo tornare a concentrarsi sui fondamentali.

Christopher Molumphy, CFA
Executive Vice President
Chief Investment Officer
Franklin Templeton Fixed Income Group
Il mercato è indubbiamente felice di essersi lasciato alle spalle queste elezioni e può ora cominciare a guardare avanti. Data la natura imprevista di questa vittoria, dovremo aspettare per vedere quale sarà la risposta a più lungo termine dei mercati. Chiaramente, la reazione iniziale è stata una volatilità che ci saremmo ampiamente aspettata, dato il contesto di incertezza attorno ad una presidenza di Trump alla Casa Bianca.
Ora che è stata fatta chiarezza sulla Casa Bianca e sul Congresso, l’attenzione si sposterà sulla politica e sul suo corso. Riteniamo che le azioni politiche effettive saranno con ogni probabilità ben diverse dalla retorica espressa dal Presidente Eletto Trump nel corso dell’intera campagna. Molti temi politici discussi durante la campagna non potranno essere attuati senza il consenso bi-partisan. Sfortunatamente, ciò significa che probabilmente assisteremo ad alti livelli di volatilità sui mercati, compresa una fuga verso la qualità. Queste condizioni potrebbero perdurare fino a quando il mercato non sarà più a suo agio sul futuro andamento sotto la presidenza Trump.
Come sottolineato in precedenza, i fondamentali in sostanza sospingono la performance più a lungo termine nei mercati obbligazionari. Nonostante il risultato presidenziale, continuiamo a considerare costruttivi i recenti fondamentali; la crescita economica ed il mercato del lavoro continuano a migliorare ad un ritmo graduale. Superato il passaggio elettorale, questi fondamentali dovrebbero conferire alla Fed una fiducia sufficiente per continuare il processo di irrigidimento monetario ed alzare i tassi d’interesse a dicembre, seppure ad un ritmo estremamente moderato. Un risultato così inatteso potrebbe ritardare quest’aumento a causa della volatilità di mercato, ma non riteniamo una simile eventualità in grado di modificare sostanzialmente il corso dell’economia statunitense nel breve termine. Pur continuando a prestare attenzione ad eventuali turbative di breve termine, manteniamo fede alla nostra disciplina d’investimento concentrata sui fondamentali e sull’investimento in tutto il ciclo.
In prospettiva, dovremo affrontare alcuni potenziali elementi sfavorevoli. Come abbiamo visto nel corso di queste elezioni, esistono ancora divisioni piuttosto nette tra i partiti. Riteniamo che i prossimi 100 giorni saranno fondamentali per chi rivestirà i nuovi incarichi ufficiali negli Stati Uniti ed in tale lasso di tempo continueremo a cercare di acquisire maggiore chiarezza su molte questioni politiche. Indubbiamente queste elezioni ed il loro risultato hanno dato una scossa allo status quo e se persistesse l’impasse anche piccole questioni potrebbero assumere proporzioni enormi. Abbiamo già assistito nel passato a periodi simili, che, in alcuni casi, hanno provocato volatilità. Sebbene le elezioni siano già alle nostre spalle, l’attuale panorama politico rimarrà estremamente importante al fine di decidere gli investimenti nei mercati obbligazionari.
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