Beyond Bulls & Bears

Prospettive

In the Know: La scelta di Trump per il presidente della Fed è positiva per il mercato

Chris Molumphy, Franklin Templeton Fixed Income Group, illustra le sue riflessioni sulle implicazioni per i mercati della scelta del presidente degli Stati Uniti Trump per la nuova guida della Federal Reserve.

Questo contenuto è disponibile anche in: Inglese Francese Polacco

D: Perché dovrebbe interessarci chi sarà il presidente della Federal Reserve?

Chris Molumphy: La Fed ha iniziato a normalizzare la politica, cominciando di recente a ridurre il proprio bilancio; l’annuncio del Presidente Trump della nuova guida della Fed giunge pertanto in un momento piuttosto critico in termini di politica monetaria. La politica sarà un fattore decisivo per i mercati nei prossimi mesi. Sebbene il presidente della Fed non rappresenta l’unica voce, il suo ruolo è il più importante.

D: Cosa pensa della scelta di Trump?

Chris Molumphy: Strategicamente, la scelta di Powell sembra favorevole sotto tutti gli aspetti per Trump. Da un lato è in grado di mantenere la continuità con la politica impostata da Yellen (il che l’ha aiutato nel suo primo anno), dall’altro è percepito favorevolmente per tre ragioni:

  • Powell è la scelta di Trump (rispetto a Yellen)
  • Powell è repubblicano
  • È ritenuto a favore di una minore regolamentazione rispetto a Yellen

A parità di condizioni, sembra logico che Trump abbia preferito evitare candidati alla Fed più aggressivi. Trump è considerato non ideologico ed apparentemente preferisce un contesto di tassi d’interesse più bassi per promuovere il proprio programma favorevole alla crescita, anche se potrebbero esserci conseguenze nel lungo termine. I tassi d’interesse più alti potrebbero costituire un modesto fattore sfavorevole alla crescita economica nel breve termine, anche se potrebbero dimostrarsi proficui nel lungo periodo. Trump sembra più concentrato sulla crescita economica che su questioni di lungo termine come il debito nazionale.

Powell è una sorta di ibrido. Sembra destinato a mantenere l’approccio tenuto fino ad ora dalla Fed e a non adottare un percorso eccessivamente aggressivo di aumento dei tassi d’interesse.

D: Come vede la reazione dei mercati?

Chris Molumphy: I mercati dovrebbero reagire con una certa tranquillità alla nomina di Powell, in quanto è già attualmente un governatore della Fed e più o meno rappresenta come stanno le cose, l’ordinaria amministrazione. Ha lavorato a fianco di Yellen dal 2012 e hanno una filosofia simile (tendenzialmente moderata).

I mercati tendono a reagire ad annunci di questo tipo, e in effetti reagiscono, ma in ultima analisi non vi sarà alcun cambiamento repentino nell’atteggiamento dellla Fed. Le decisioni di politica monetaria dovrebbero continuare ad essere frutto di un processo di accurata riflessione. Non si deve dimenticare che la Fed ha già delineato i suoi piani per il prossimo anno nei cosiddetti “dot plot”. Naturalmente, queste previsioni possono cambiare e i mercati non sempre concordano con esse; tuttavia, non mi attenderei una correzione o inversione significativa dell’attuale traiettoria solo perché Powell è il nuovo presidente della Fed.

D: Come investitore, il candidato nominato alla presidenza della Fed modifica la vostra strategia?

Chris Molumphy: L’annuncio del nuovo presidente della Fed cambia la nostra strategia solo in modo marginale. Janet Yellen rimarrà presidente sino all’inizio di febbraio e pertanto non dovrebbero esserci impatti rilevanti a breve termine. E dopo tale data, anche con Powell al timone, è improbabile che assisteremo a un cambiamento o variazione di rilievo nel medio termine.

Nel più lungo termine, si potrebbe sostenere che un proseguimento della politica monetaria accomodante potrebbe in ultima analisi avere conseguenze negative, come per esempio un aumento significativo dell’inflazione. Inoltre, Powell non ha la formazione economica che potrebbe essere ottimale nella prossima recessione. Tuttavia, nessuno di questi fattori costituisce al momento motivo di preoccupazione per i mercati.

 

Note Informative e Legali

I commenti, le opinioni e le analisi rappresentano i pareri personali dei gestori degli investimenti ed hanno finalità puramente informative e d’interesse generale e non devono essere considerati come una consulenza individuale in materia di investimenti né come una raccomandazione o sollecitazione ad acquistare, vendere o detenere un titolo o ad adottare qualsiasi strategia di investimento. Non costituiscono una consulenza legale o fiscale. Le informazioni fornite in questo materiale sono rese alla data di pubblicazione, sono soggette a modifiche senza preavviso e non devono essere intese come un’analisi completa di tutti i fatti rilevanti relativi ad un paese, una regione, un mercato od un investimento.

Nella redazione di questo materiale potrebbero essere stati utilizzati dati provenienti da fonti esterne che non sono stati controllati, validati o verificati in modo indipendente da Franklin Templeton Investments (“FTI”). FTI non si assume alcuna responsabilità in ordine a perdite derivanti dall’uso di queste informazioni e la considerazione dei commenti, delle opinioni e delle analisi in questo materiale è a sola discrezione dell’utente. Prodotti, servizi ed informazioni potrebbero non essere disponibili in tutte le giurisdizioni e sono offerti da società affiliate di FTI e/o dai rispettivi distributori come consentito dalle leggi e normative locali. Si invita a rivolgersi al proprio consulente professionale per ulteriori informazioni sulla disponibilità di prodotti e servizi nella propria giurisdizione.

Quali sono i rischi?

Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti, un segmento dei quali è costituito dai mercati di frontiera, implicano rischi più accentuati connessi con gli stessi fattori, oltre a quelli associati alle dimensioni minori dei mercati in questione, ai volumi inferiori di liquidità ed alla mancanza di strutture legali, politiche, economiche e sociali consolidate a supporto dei mercati mobiliari. I rischi associati ai mercati emergenti sono generalmente amplificati nei mercati di frontiera poiché gli elementi summenzionati (oltre a vari fattori quali la maggiore probabilità di estrema volatilità dei prezzi, illiquidità, barriere commerciali e controlli dei cambi) sono di norma meno sviluppati nei mercati di frontiera. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi d’interesse. Di conseguenza, a mano a mano che i prezzi delle obbligazioni detenute in un portafoglio d’investimento si adeguano ad un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può diminuire.

CFA® e Chartered Financial Analyst® sono marchi registrati di proprietà del CFA Institute.