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Come avevamo previsto, la Banca Centrale Europea (BCE) ha prolungato il programma di allentamento quantitativo (QE), la cui conclusione era prevista a settembre, sino alla fine del 2018. Tuttavia, benché il comunicato emesso dalla banca dopo la riunione fornisca finalmente chiarezza su certi punti, riteniamo che molto sia ancora lasciato aperto all’interpretazione.
Nel breve termine, comunque, riteniamo che il maggior grado di chiarezza sia positivo. Nell’imminenza della riunione di giugno, i rendimenti obbligazionari europei si erano impennati, apparentemente in previsione di una conclusione anticipata del QE e della conseguente riduzione della liquidità del mercato obbligazionario.
Quando cominceranno a salire i tassi d’interesse?
Prima della riunione si erano intensificate anche le ipotesi circa le tempistiche dei potenziali rialzi dei tassi d’interesse nell’Eurozona.
Né il comunicato ufficiale successivo alla riunione né la conferenza stampa del Presidente della BCE hanno offerto indicazioni esplicite in merito ai tempi esatti.
La banca centrale ha tuttavia indicato di attendersi un intervallo di almeno due trimestri tra la conclusione del programma di QE e il primo rialzo dei tassi d’interesse nell’Eurozona. La prima occasione per un aumento dei tassi sarebbe quindi presumibilmente l’estate del 2019.
Sebbene ora sappiamo che secondo i programmi il QE dovrebbe concludersi quando Draghi sarà ancora alla guida, riteniamo che la BCE potrebbe attendere un po’ più a lungo prima di aumentare i tassi d’interesse.
Il mandato di Draghi scadrà alla fine di ottobre del 2019 e riteniamo pertanto improbabile che la BCE cominci ad aumentare i tassi d’interesse prima che il suo nuovo presidente sia saldamente in carica.
Qualora Draghi dovesse guidare la BCE sulla via di una stretta, pensiamo che tale impostazione vincolerebbe qualunque suo successore. In base alla nostra esperienza, i responsabili delle banche centrali in generale non prescrivono quale impostazione dovrebbero seguire i loro successori.
Nessuna fretta di agire, a nostro giudizio
Non pensiamo che ci sia alcun motivo perché la BCE agisca in fretta per concludere rapidamente la sua politica accomodante.
Considerando che l’inflazione nell’Eurozona rimane molto bassa, riteniamo che la banca intenderà mantenere un atteggiamento accomodante.
Qualora la BCE stringesse i cordoni rapidamente e l’economia dovesse rallentare, la manovra restrittiva acuirebbe il rallentamento. Per contro, nel caso di una manovra più lenta in combinazione con una ripresa dell’economia, la banca può facilmente accelerare i rialzi dei tassi.
L’obiettivo della BCE è tenere l’inflazione poco al di sotto del 2% nel lungo termine. Sotto la guida del precedente presidente della BCE Jean-Claude Trichet, in carica dal 2003 al 2011, l’inflazione nell’Eurozona è salita significativamente oltre il 2% nel breve termine, ma in media è rimasta di poco inferiore al 2%.
Durante il mandato di Draghi, si sono registrati sia deflazione che un periodo sostenuto di bassa inflazione e riteniamo pertanto che la BCE possa tranquillamente gestire un’inflazione leggermente più elevata nell’ottica di avvicinare la media di lungo termine al suo obiettivo.
Sulla regione continua a gravare un’incertezza politica, che i mercati sono a nostro avviso destinati a scontare.
La BCE ha pubblicamente sottolineato che gli eventi politici non prescrivono il suo operato, ma riteniamo che potrebbe adottare una posizione diversa qualora le recenti turbolenze politiche in Italia o Spagna si acuissero e i rendimenti delle obbligazioni dei paesi periferici dell’Eurozona salissero notevolmente.
Reinvestimenti degli asset in scadenza
La BCE intende continuare a reinvestire gli asset in scadenza, mantenendo così la liquidità del mercato. Per ora ciò dovrebbe a sua volta tenere il tratto a lungo termine della curva dei rendimenti a livelli più bassi rispetto a quelli prevedibili.
Pensiamo inoltre che il processo di reinvestimento potrebbe continuare per qualche tempo. Qualora la BCE segua il modello degli Stati Uniti, prevediamo che inizierà la stretta prima di cominciare a ridurre le dimensioni del suo bilancio.
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