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Azionari

Prospettive sulla rivoluzione

Mentre i nostri analisti e ricercatori viaggiano in tutto il mondo per studiare le imprese, sentono un gran parlare di “rivoluzione”, ossia la capacità di nuove società spesso di natura tecnologica di rivoluzionare lo status quo. Ciò nonostante, la nostra esperienza e le nostre analisi ci dicono che la rivoluzione va al di là del solo campo tecnologico. Stephen Dover, Head of Equities, Franklin Templeton Investments, ci illustra tre esempi di rivoluzione al di fuori del settore tecnologico.

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Negli ultimi anni, abbiamo osservato parecchi sviluppi che suggeriscono agli investitori di ripensare ciò che pensavano di conoscere.

Innumerevoli relazioni si sono concentrate su come le nuove tecnologie, quali le auto a guida autonoma, rivoluzioneranno le industrie globali. Tuttavia, alcune rivoluzioni che esulano dall’universo della tecnologia sono oggetto di un’attenzione decisamente minore.

Illustriamo tre rivoluzioni su cui gli investitori dovrebbero riflettere quando si parla di mercati, economia e politica.

Rivoluzione n. 1: Mutamento dei consumi globali

In Asia è in corso una rivoluzione che sta ponendo fine al ruolo dominante degli Stati Uniti in termini di profilo dei consumi globali. Negli ultimi anni, molti paesi asiatici, in particolari quelli densamente popolati come Cina, India e Indonesia, hanno registrato un incremento dei consumi interni. Come illustrato nel grafico seguente, in questi paesi i consumi crescono a un ritmo più elevato rispetto agli Stati Uniti, facendo sì che i consumi globali presentino un equilibrio maggiore di quello che abbiamo osservato in passato.

Rivoluzione n. 2: Inflazione degli asset finanziari

Dopo la crisi finanziaria globale (GFC) del 2008, le banche centrali di tutto il mondo hanno iniettato volumi consistenti di stimoli monetari nell’economia globale. Chi di noi ha studiato economia, ha pensato che tali interventi si sarebbero tradotti in un’elevata inflazione in tutto il mondo.
Ciò non è ancora accaduto, anche se cominciamo a osservare segnali di aumento dell’inflazione in alcuni mercati. Una delle ragioni potrebbe essere la crescita massiccia della popolazione mondiale, che sta mantenendo i costi del lavoro a bassi livelli.

Ciò detto, osserviamo un genere diverso di inflazione, che non si rispecchia nei tipici indici dei prezzi al consumo, ma scaturisce dai programmi di stimoli globali. Ci riferiamo all’inflazione dei prezzi degli asset, in quanto gran parte degli stimoli monetari iniettati dalle banche centrali sono confluiti nei mercati azionari, immobiliari e in altri asset.

Questo fenomeno ha creato un effetto ricchezza. Coloro che hanno mantenuto i propri asset dopo la GFC hanno avuto risultati eccezionali. Per esempio, negli Stati Uniti, il patrimonio netto familiare medio è quasi raddoppiato, passando da 105.000 dollari statunitensi nel 2008 a 199.000 dollari nel 2017, come illustrato nel grafico seguente.

Rivoluzione n. 3: Populismo

Negli ultimi anni, abbiamo osservato la crescita di movimenti populisti negli Stati Uniti e in Europa.

A nostro giudizio, ciò rispecchia l’aumento dell’individualismo in combinazione con la diffusa sfiducia nelle società civili esistenti. Molti sentono di essere stati esclusi e cominciano a mettere in discussione le autorità. Ciò è in parte attribuibile al cambiamento dei profili demografici.

Per esempio, negli Stati Uniti, lo scontento della generazione più anziana sembra essere stato uno degli elementi contingenti fondamentali che ha spinto tale categoria a votare Donald Trump consentendone la vittoria. Tra i sostenitori di Trump vi sono state molte persone la cui situazione economica personale era peggiorata rispetto al passato.

Una situazione analoga si osserva in Europa, dove il successo elettorale dei partiti populisti ha contribuito a intaccare le certezze e creare maggiore volatilità.Riteniamo che l’inerzia economica in Europa e negli Stati Uniti, unita ai crescenti livelli di sfiducia, abbia accelerato la crescita del populismo.

In passato, gli Stati Uniti registravano una crescita media del prodotto interno lordo (PIL) del 3% su periodi di 10 anni.
Come illustrato nel grafico seguente, negli ultimi 10 anni non abbiamo osservato un analogo livello di crescita del PIL negli Stati Uniti.

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