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Azionari

Perché investire nell’azionario britannico ora?

L’economia globale è in continua ripresa dalla pandemia di COVID-19, ma in alcuni Paesi le riaperture procedono a ritmo più sostenuto che in altri e sostengono una crescita maggiore. Il Regno Unito ha registrato un solido rimbalzo economico e il mercato azionario locale ha resistito alla tempesta. Tuttavia, con la serie di fonti di incertezza che ci attende, tra cui la minaccia dell’inflazione, è un buon momento per investire nell’azionario britannico? Ben Russon, Richard Bullas, Dan Green e Will Bradwell del nostro equity team analizzeranno l’argomento.

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Il mercato azionario britannico ha resistito alla pandemia, ma scambia ancora con uno sconto rispetto agli altri mercati principali. Ci è stato chiesto il perché, e se ora è un buon momento per investire. Sir John Templeton ha saggiamente dichiarato che la storia dimostra che il tempo, e non il tentativo di prevedere la tempistica, è essenziale per il successo dell’investimento. Quindi, il momento migliore per investire è “quando disponi di capitale”. Detto ciò, guardiamo con ottimismo all’azionario britannico per diverse ragioni e vediamo molte potenziali opportunità in tutte le capitalizzazioni di mercato.

Impatto dell’inflazione

Nel quadro della ripresa dell’economia globale dopo la pandemia, i riflettori sono puntati sull’inflazione; si discute infatti se siamo agli inizi di un cambio di paradigma, verso un mondo più inflazionistico, o se gli attuali livelli elevati di inflazione siano frutto di forze transitorie alimentate dalla pandemia. La natura di breve o lunga durata dell’inflazione avrà implicazioni sostanziali per i prezzi degli asset finanziari e una serie di conseguenze su vasta scala.

Gli Stati Uniti, la principale economia del mondo, evidenzia un’accelerazione dopo la pandemia, nonché un aumento dell’inflazione. I prezzi delle commodity sono saliti e si assiste a strozzature sul fronte dell’offerta. Per decenni la Federal Reserve USA (Fed) non è riuscita a raggiungere il target di inflazione del 2% ma in aprile il Personal Consumption Expenditures Index (il parametro di inflazione preferito dalla Fed) ha superato il 3% a/a. Tuttavia, i funzionari della Fed ritengono l’inflazione “transitoria” e sono ancora concentrati sul sostegno all’occupazione.

Analogamente, nel Regno Unito l’inflazione dei prezzi al consumo ha superato il target della Bank of England, ma le autorità credono che tale incremento sia temporaneo e che l’inflazione tornerà ai livelli storici nei prossimi anni, e che non si manterrà elevata. Per alcuni decenni le forze deflazionistiche hanno dominato l’economia globale, trainate da fattori strutturali quali trend demografici, impatto della tecnologia e di internet — che hanno migliorato la produttività — indebitamento globale, ascesa della Cina sulla scena economica mondiale e fine del sindacalismo. In ultima analisi, per assistere a una spirale inflazionistica sostenuta occorrerebbero rialzi dei prezzi e conseguenti aumenti dei salari sopra la media; al momento, la situazione sembra diversa.

L’inflazione è importante per i mercati per una serie di motivi, per esempio per l’impatto sulla politica monetaria. Le politiche monetarie accomodanti a livello globale hanno sostenuto l’incremento dei prezzi degli asset; inoltre, la riduzione o eliminazione del quantitative easing e l’aumento dei tassi di interesse innescheranno un repricing degli asset rischiosi. Non molto tempo fa si parlava dei tassi di interesse negativi nel Regno Unito; tuttavia, le attese sui tassi sono aumentate in ragione di dati economici solidi. Detto ciò, sembra che i tassi di interesse non torneranno ai livelli pre-pandemia prima di due anni; cosa ancora più importante, non si è verificato un re-rating del mercato britannico in ragione dell’allentamento monetario.  Sulla base di tali fattori, gli investitori non dovrebbero preoccuparsi eccessivamente circa una normalizzazione dei tassi e considerarla una minaccia per il mercato britannico.

Sorprese economiche positive

Come menzionato in precedenza, negli ultimi mesi i dati economici hanno dato prova di solidità e in molti casi hanno nettamente superato le attese. L’efficiente campagna vaccinale del Regno Unito ha sostenuto la riapertura delle attività economiche e il ritorno a una sorta di normalità; le previsioni sul PIL nazionale si attestano all’8-9% in caso di prosecuzione delle riaperture.  Negli ultimi mesi l’Economic Surprise Index britannico — che mostra se i dati economici pubblicati superano o deludono le attese — è avanzato.

All’inizio della pandemia aleggiava il pessimismo; per esempio, se guardiamo ai dati del settore residenziale allo scoppio del Covid, ci si aspettava che i prezzi delle case avrebbero evidenziato una flessione, come effettivamente è stato all’inizio; hanno però poi riportato un rapido rimbalzo. Quest’anno il mercato residenziale si è dimostrato più solido del previsto: in marzo i prezzi sono saliti del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente — il tasso di crescita più rapido degli ultimi 14 anni.1 La pandemia ha costretto al risparmio: chiusi in casa, i consumatori non potevano spendere nelle attività abituali, come vacanze e occasioni sociali. Esiste pertanto un livello elevato di domanda repressa, che potrebbe sostenere una robusta crescita economica anche dopo la fine del 2021; dal punto di vista degli investimenti, tale fattore è favorevole per i titoli ciclici interni, in aree come costruzioni e tempo libero.

Le varianti del coronavirus rappresentano una potenziale minaccia, ma si spera che i vaccini riescano a evitare nuove ondate. A fine giugno, nel Regno Unito l’85% degli adulti ha ricevuto una dose di vaccino, il 62% due dosi; si tratta di dati ben superiori rispetto a quelli dell’Europa continentale.2

Le valutazioni azionarie nel Regno Unito non hanno tenuto il passo

Dopo il voto per la Brexit nel 2016 molti investitori hanno evitato l’azionario britannico; i titoli hanno pertanto subito un de-rating che li ha resi particolarmente convenienti rispetto agli altri mercati. Tali differenze sono state esacerbate dal re-rating dei mercati azionari globali nel quadro del rimbalzo avvenuto nel 2020, in seguito al quale il mercato britannico presentava un valore interessante su base relativa.

La borsa britannica beneficia di diverse società interne interessanti, in particolare nel segmento small e mid cap. Quest’anno tali aziende hanno generalmente sovraperformato le controparti large-cap in ragione del rapido rimbalzo della domanda. Anche le società orientate alla crescita, come quelle tecnologiche e digitali, hanno assistito a una forte domanda, in particolare le aziende che beneficeranno dell’accelerazione dei trend emersi durante la pandemia (lavoro da remoto, e-commerce, ecc.).  Molte di queste società più piccole sono orientate al mercato interno e offrono una vasta gamma diversificata di titoli in diversi settori e mercati di nicchia, che presentano un potenziale di crescita degli utili superiore. Alcune di queste aziende hanno sofferto durante la pandemia, ma in molti casi hanno superato la crisi con bilanci solidi e posizioni di mercato migliori, che le posizionano per una ripresa robusta.

Anche le società di dimensioni più grandi presentano buone opportunità, in quanto i fattori macroeconomici esterni al Regno Unito tendono a influenzare maggiormente le multinazionali. Pertanto, l’investimento nelle small-cap può offrire un’esposizione più ampia all’economia britannica. Inoltre, molti investitori non sono consci del fatto che il Regno Unito vanta un numero elevato di società small-cap all’avanguardia tecnologica. I profitti non sono ancora tornati ai livelli del 2019, ma con l’accelerazione della ripresa nel secondo semestre del 2021 e nel 2022, riteniamo ci siano buone possibilità di un proseguimento della crescita dei profitti.

Nell’ultimo anno diverse aziende hanno preso misure per ridurre e controllare i costi, pertanto presentano ora bilanci solidi. Altre invece hanno attraversato un periodo di conservazione della liquidità, pagamento dei debiti e riduzione delle spese in conto capitale. A fine pandemia sono pertanto in grado di sfruttare le opportunità future, migliorare la posizione competitiva e aumentare la quota di mercato.

Nella ricerca di opportunità sul mercato britannico puntiamo a società di questo tipo, ben posizionate per sfruttare al meglio il periodo post-pandemia. Per esempio, l’iniziale aumento della domanda industriale nel quadro della riapertura delle attività economiche e le scorte ridotte lungo la filiera offrono opportunità in aree come automotive, componenti elettronici e distribuzione.

Inoltre, abbiamo assistito a un incremeneto dell’attività di M&A, in quanto società e private equity sfruttano la solidità patrimoniale e le opportunità in termini di valutazioni offerte dal mercato britannico in vista di un periodo prolungato di ripresa e crescita. Quest’anno un numero maggiore di società sono state quotate sul mercato pubblico; emergono pertanto molte opportunità di investimento interessanti — nel primo trimestre 2021 il volume di IPO nel Regno Unito era superiore a quello di qualsiasi altro trimestre da inizio 2018. Crediamo quindi che in futuro gli investitori potranno beneficiare di opportunità ancora più numerose, e guardiamo con favore alle prospettive per l’azionario britannico.

Quali sono i rischi?

Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici. Le società più piccole e nuove possono essere particolarmente sensibili alle mutevoli condizioni economiche. Le loro prospettive di crescita sono più incerte rispetto a quelle di aziende di maggiori dimensioni e più consolidate, e possono risultare volatili. Le strategie a gestione attiva possono registrare perdite qualora le valutazioni del gestore in termini di mercati, tassi d’interesse oppure attrattività, valori relativi, liquidità o potenziale apprezzamento di particolari investimenti operati per un portafoglio, si dimostrino errate. Non può esservi alcuna garanzia che le tecniche o le decisioni in materia di investimenti di un gestore generino i risultati desiderati.

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1 Fonte: Office for National Statistics del Regno Unito UK House Price Index Aprile 2021.
2 Fonte: Department of Health and Social Care, gov.uk, al 30 giugno 2021.