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Prospettive

Boris Johnson rassegna le dimissioni: che cosa accadrà ora ai mercati?

David Zahn, Head of European Fixed Income, dice la sua sulle implicazioni delle dimissioni del primo ministro inglese Boris Johnson per i mercati.

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Trascrizione

David Zahn: Buongiorno, sono David Zahn e questo è l’ultimo aggiornamento sull’obbligazionario europeo. Boris Johnson si è dimesso dalla carica di primo ministro. Probabilmente tale decisione non coglie affatto di sorpresa, dato che il premier britannico era sotto pressione già da qualche tempo. Nel Regno Unito le modalità di elezione di un nuovo capo del governo sono molto precise, tuttavia richiedono tempi lunghi.

Ma abbiamo un estremo bisogno di un nuovo leader dei Conservatori. Sinora si sono presentati 10 candidati alla poltrona di primo ministro con idee diverse sulle implicazioni di questo ruolo — sgravi fiscali, Brexit, ecc. Poiché il quadro è molto sfaccettato, non credo che i mercati ne saranno granché influenzati sino a che non ci sarà maggior chiarezza sui candidati più papabili. Una volta eletto il nuovo leader dei Tory, il Regno Unito avrà anche il suo nuovo premier e allora sono sicuro che i laburisti inizieranno a parlare della necessità di nuove elezioni al fine di verificare che questa figura sia effettivamente approvata dai cittadini. Tale eventualità è sgradita al partito conservatore, perché probabilmente perderebbe le elezioni. Ritengo quindi che per qualche tempo avremo un governo di transizione. Un governo che non porrà in essere nuove politiche, situazione alquanto difficile a fronte della grande incertezza che al momento regna a livello globale.

Per quanto riguarda i mercati finanziari, non credo che obbligazioni e valute baderanno molto a questa cosa, perché finché non sapremo quali sono le nuove politiche e i nuovi governi, continueremo semplicemente ad adeguarci alle politiche in essere. Sul piano fiscale ci sarà poco margine per degli sgravi. Pertanto, anche se molti parlano di tagli alle imposte, a mio avviso le probabilità sono scarse.

Ma il vero intento è chiudere definitivamente l’era Johnson e instaurare un governo più conservativo. Io credo sia così, il che significherebbe riduzione della spesa e diminuzione delle tasse in generale. Ma come ho detto non ci sarà molto margine sul fronte fiscale. E poi si vedrà se gli Inglesi intendono riallacciare i rapporti con l’Europa, perché questo è uno dei grandi nodi post Brexit.

Sinora non è stata una relazione tutta rose e fiori. Naturalmente non sto parlando di una possibile marcia indietro sulla Brexit, ormai la separazione è un dato di fatto. Tuttavia i rapporti fra Europa e Regno Unito potrebbero essere un po’ più distesi, penso sarebbe una buona cosa per tutti. Le piazze finanziarie lo considererebbero un elemento positivo.

Nel complesso, tuttavia, i mercati inglesi saranno trainati dalla crescita. Probabilmente andremo incontro a una recessione nel corso di quest’anno. L’inflazione resta ostinatamente elevata e la Bank of England continuerà ad alzare i tassi nel tentativo di contenerla. Ritengo quindi che questo sia il futuro dei mercati valutari e obbligazionari. Le obbligazioni resteranno probabilmente sotto pressione e offriranno rendimenti elevati sino a che non ci sarà maggiore chiarezza sulla direzione del governo e delle nuove politiche.

 

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